Smossa pietra, dal giardino derubata,
nel buio brancolano socchiusi occhi,
la mano accarezza leggero respiro,
nel silenzio d’una stanza è occultata
la luce, l’accompagno d’un lieve sospiro
e della vita udir sottovoce... i suoi rintocchi.
La mente assapora le sonanti note,
di quel batter di ciglia... il momento,
il fiato che si protrae ansioso all’infinito
in quel battito, la fine d’un tormento
di lacrime cancellate con tattili dita.
La forza, il coraggio
è lo sprigionare dall’inconscio volere
tra i profumi di azalee alla finestra
e di quel sole il miglior suo sfoggio
a scaldar il cuore di donna, il suo amare
che di gioia a menzionar felice orchestra.
S’accenna tra le labbra un flebile sorriso
di quel giorno le tolte barriere... il sogno
nel viaggio mirante l’alba, la sua aurora
tra le splendide stelle... la forza, il suo abbisogna.
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